Ricordo che quando iniziai a viaggiare, l’idea di visitare Roma e Città del Vaticano mi elettrizzava, mai avrei un giorno sperato che avrei perso il conto delle volte in cui ci sono stato, seppur in vario modo.
Di tutte le città che ho girato, la considero nelle top 3 di capitali assieme a New York e Londra come quantità e diversità di esperienze che si possono fare; pochissimo verde rispetto alle altre 2, ma tantissimo cibo memorabile.
Spuntando la super lista
Con la mia più compatibile nonché affidabile compagna di viaggio facemmo una settimana intensa e approfondita di solo per visitare Roma nel luglio 2009. In fase di pianificazione la sbalordii (e spaventai) con una lista tendente all’infinito di cose da fare. Le spuntammo tutte e ce ne sarebbero state altre.
A caccia della calamita giusta
Ci tornai altre volte per periodi brevi e occasioni particolari; una fu per un concerto dei Cure con amici. Per esigenze lavorative non potevo fare i 2/3 giorni assieme a loro che ne approfittarono per vedere la città. Li raggiunsi solo all’ultimo minuto e direttamente all’Ippodromo (dove suonavano).
Mi vergognai di dirgli che ero a Roma da un po’, ma avevo perso mezzo pomeriggio per entrare nel territorio del Vaticano e comprare nel primo chiosco una calamita. Da pochi mesi avevo deciso di collezionarle dandomi la regola che dovevo averne solo 1 per nazione in cui ero stato e che potevo essere solo io a comprarla. La presi proprio in Via della Conciliazione che adesso pare bellissima, ma dietro c’è altro.
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