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Visitare Londra fu sconvolgente. Ero un ragazzino che veniva dalla Provincia. Era la mia prima volta in giro da solo e la prima volta in una metropoli del genere.

Scopro la passione per le mappe e per le metropolitane

Ero elettrizzato da quella sensazione di essere un microbo in mezzo ad un mondo che girava vorticosamente.
Inoltre ero anche affascinato da quella commistura di gente da ogni dove. Essere in metro tra un uomo d’affari della city con la bombetta e un indiano col turbante, per me che venivo da una zona all’epoca, ancora per niente multiculturale, era come stare dentro ad un film.
Scoprii ben presto quanto adoravo armeggiare con le mappe e usare la metropolitana. Riuscii a vedere tutti i posti e i musei più celebri.
Camminai tantissimo e vidi tanto, perlustrando molti quartieri e i mercati principali. Per quanto riguarda i bellissimi parchi, a parte Hyde park, ebbi modo di approfondire bene gli altri l’anno successivo, per tutt’altra esperienza. Dei musei, oltre ai classici, mi piacquero in particolare il museo del London Bridge e quello sulla storia della Metropolitana. Ricordo che entrai alla Torre di Londra praticamente senza far fila; adesso ci si mette una vita.
Le scoperte culinarie
Venne subito fuori anche la mia indole di trovar gusto nel mangiare quello che mangiano i locali; da pivello viaggiatore mi feci delle remore nell’andare nei ristoranti, ma chioschi, pub e pure supermercati erano per me sempre una piacevole scoperta.
In un supermercato trovai dell’improbabile Lambrusco bianco del Trentino con 4 di gradazione alcoolica. Vicino alla Torre di Londra mangiai il primo hot dog della mia vita, dopo averne visti tanti in tv. A Camden Town passai più volte a mangiare le backedpotatos farcite in vari modi; in fondo non erano gran ché, ma mi parevano eccezionali. Mentre trovai allucinante dopo alcuni giorni, a Edimburgo incontrare una coppia di italiani alla disperata ricerca di un piatto di spaghetti.

A parte qualche incontro sporadico, soprattutto a Londra, sperimentai per la prima volta la solitudine in viaggio, e non mi dispiacque affatto. In particolare, ricordo il giro in orario seraledal parlamento a Downing Street (sede del primo ministro); c’erano pochissime persone, la cosa accentuò la riflessione sull’importanza storica di quelle stanze.
Una sera mi ritrovai a camminare per Soho, piovviginava proprio come nel video di una meravigliosa canzone dei Pogues che mi venne in mente.
Visitare Londra anche per i Beatles
Ma a proposito di musica, un altro dei motivi del viaggio erano i Beatles e l’andare in alcuni dei loro luoghi simbolo. A Londra ovviamente andai ad Abbey Road, dove c’erano i loro studi di registrazione, sul cui tetto fecero il celebre concerto e dove scattarono la foto copertina dell’ultimo disco. Le strisce pedonali erano dipinte diversamente e io non avevo 3 compagni; la scattai a 4 spagnoli (è una processione continua di gente lì per lo stesso motivo), ma non volli chiedere delle comparse per essere in 4.
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