Altro momento immancabile e da fare assolutamente in un viaggio in Giordania, secondo me è il dormire nel Wadi Rum, in un campo tendato beduino.
Dormire nel Wadi Rum
Sarà perché non avevo ancora letto I 7 pilastri della saggezza, il bellissimo romanzo autobiografico del celeberrimo Lawrence d’Arabia; sarà per il caldo insopportabile, ma a me Aqaba proprio non piacque. A differenza di Lawrence ci stetti pochissimo, disdicendo la seconda notte che ci avevo programmato e riuscendo a programmare un’escursione con pernotto nel deserto del Wadi Rum, e mai scelta fu migliore!
Alcuni fanno solo la gita giornaliera, ma secondo me è un delitto non dormire sotto a quel cielo. E in generale, nella vita, le notti dormite in un deserto non sono mai abbastanza.
A differenza del classico deserto sabbioso, la caratteristica del Wadi Rum non sono le dune, ma le enormi montagne di roccia e il colore dominante che è rosso/arancio.
Il gatto beduino
Causa il poco turismo di quei giorni nel campo tendato beduino ero l’unico turista. Cenai assieme a due driver palestinesi che stavano portando in giro un gruppo di tedeschi. Loro erano venuti a mangiare lì perché si mangiava meglio, e ci furono delle chiacchiere che mi confermarono ulteriormente la simpatia verso un popolo davvero sfortunato.
I beduini mi fecero fumare il narghilè e mi accesero un fuoco. Ogni notte nel deserto è soprattutto la possibilità di godere di incredibili cieli stellati. In quella occasione lo feci assieme a un gatto con cui feci amicizia e che si posizionò esattamente sulla mia pancia.
Ammirare le stelle in un deserto ti fa sentire piccolo, piccolissimo e anche insignificante, quindi a me da molta serenità.
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