Dopo le 3 notti a Chicago, usando il mio buono della United, andai a godermi il mio Natale a New York. Ad essere precisi erano i giorni seguenti a Natale, ma l’atmosfera era intatta.
Come nei film, anche io a Natale a New York
Tornai nei posti che ricordavo più volentieri dal viaggio precedente anche per vedere se e quanto li riconoscevo o se avvertivo le differenze.
Ground zero nel mio primo viaggio era un cantiere, forse anche più toccante del monumento che ci hanno fatto ora.
Rispetto alla volta precedente mi soffermai maggiormente a Brooklyn. Inoltre andai a Coney Island che volevo proprio vedere chiusa ed abbandonata facendomi ricordare un po’ i luoghi di certi film dell’orrore (che io non guardo) e soprattutto dei Guerrieri della notte.
Mi tolsi lo sfizio di andare a mangiare in un Bubba Gump, la catena (carissima) statunitense di ristoranti specializzati in pesce e frutti di mare, ispirata al film Forrest Gump.
Ma soprattutto nel Fraunces Tavern, il bar più antico di New York che praticamente è anche un museo.
Conosco donne a New York
La seconda sera avevo appuntamento con una ragazza contattata mesi prima su un sito di dating. Mi portò a mangiare messicano in un ristorante piuttosto fighetto dove spendemmo un capitale. Non nacque un gran feeling, ma fu molto interessante parlare della sua condizione.
Era nella grande mela da pochi anni e non si era inserita tanto. Non è facile in una città simile dove tutti corrono in continuazione. La sua teoria, confermata anche da chi incontrammo dopo, è che, quando arrivi lì, o fai un botto di soldi o dopo qualche anno scappi e te ne vai.
In quanto italo americana era molto affascinata dal nostro paese che avrebbe tanto voluto visitare e di cui, da generazioni, le era rimasto solo il cognome.
Siamo stati amici su Facebook per qualche anno, fino a quando dopo un suo commento sulla pericolosità dell’Oman (dove mi trovavo in viaggio), dopo la mia risposta in cui dicevo che per colpa dei telegiornali pensiamo che gli arabi sono tutti terroristi, si offese e me la tolse.
Il party di NY
Tornando a quella serata newyorkese, la mia nuova amica dopo cena mi chiese se volessi andare ad una festa che si trovava in un’abitazione privata, accettai con entusiasmo. La festa non era un gran che, nemmeno lei era mai stata in un posto simile, ma fu figo suonare al campanello e prendere l’ascensore per salire in quel grattacielo.
Curioso che proprio in un party di NY conobbi una Russa. Era molto carina ed era lì sola. Non solo parlava italiano ma aveva addirittura vissuto a Pinarella di Cervia (località della città dove io sono cresciuto) ed era stata fidanzata di uno che conoscevo di vista.
Ce ne andammo tutti e 3 assieme presto e mi portarono a vedere l’albero davanti al Rockfeller Centre e le vetrine dei negozi lì attorno. Passando per tutti i luoghi che rappresentano il classico Natale a New York.
Avevo solo quella notte e azzardai puntando tutte le mie carte sulla Russa. Mentre l’altra era andata in bagno le chiesi se volesse concludere la serata con me.
La russa invece aveva preso in simpatia l’americana e mi disse pure: ma come non sei con lei?!
Come capita in questi casi non combinai niente con nessuna delle due, ma nel complesso fu una gran serata.
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