Sono stati due i miei week end in Romania, il primo nel 2011 e il secondo nel 2024. La prima volta vidi pochissimo e ci andai solo per incontrare quello che sarebbe dovuto essere il più grande amore della mia vita.
Primo week end in Romania per amore
Ci eravamo conosciuti in rete, perché si era presentata come una che viveva a Bologna, altrimenti non l’avrei considerata. Quasi subito saltò fuori che non era proprio così. Aveva amici e parenti a 100 km da casa mia dove sarebbe presto tornata, ma in quel periodo viveva a 1600 km per essere vicina al nonno malato.
In agosto era venuta a trovarmi per una settimana che valutai come idilliaca, anche se ad essere attenti c’erano stati dei segnali per così dire strani.
Per esempio tenne il cellulare staccato per tutto il tempo, mentre in Romania le suonava in continuazione. Il suo imminente ritorno a Bologna veniva rimandato per cause più o meno misteriose ogni settimana. Si sarebbe poi avverato solo a dicembre e fu una catastrofe, ma quella è un’altra storia.
Ero sfibrato dalla voglia di vederla. Per il ponte del primo novembre accettò finalmente che andassi a trovarla. Ma non dove abitava (paese piccolo, la gente mormora) né nell’interessante ma più distante da lei Bucarest su cui volai e che intravidi appena dal finestrino del taxi.
Foto vere/foto false, come le persone
Nella foto in evidenza c’è il Palazzo del Parlamento di Bucarest, che in realtà vidi solo nel week end in Romania del 2024, ma è una metafora della storia che vissi dal 2011.
Il palazzo voluto fortemente dal dittatore Ceausescu è uno dei più grandi del mondo, e lo si vede già di primo acchito. Ma molto è nascosto; infatti la parte visibile è alta 84 metri, ma ce ne sono altri 92 sotto terra.
Le altre foto qui presenti sono state tutte generate dall’intelligenza artificiale, causa problemi di privacy.
Week end in Romania
Ci incontrammo a Craiova, città del sud ovest, non delle più rinomate. A parte l’entusiasmo del vederla, misto dal fastidio per il suo telefono iperattivo e da un velo di angoscia che si stava originando per qualcosa che non capivo e che avrei ammesso solo quasi due anni dopo, l’unico episodio da raccontare fu quello che ci accadde tornando da una serata molto alcoolica.
L’appartamento dove dormivamo era situato in una zona periferica con centinaia di palazzine tutte uguali costruite durante il regime comunista e molto tipiche dei paesi dell’est.
Serata da incubo e non trovare l’alloggio
All’epoca non esisteva google maps sul telefono. In quel quartiere periferico non c’erano nomi delle vie e i numeri civici erano nascosti e confusi. Quando scendemmo dal taxi iniziammo a cercare il palazzo e l’ingresso giusto; ma ci sembravano tutti uguali ed erano tanti. Il sistema di apertura dei portoni era piuttosto rudimentale e complicato. Chi teoricamente avrebbe dovuto fare da guida quasi non stava in piedi.
Provammo ad entrare in una palazzina, non riuscimmo, ma avevo il dubbio che il problema fosse che non ero capace di aprire la porta più che l’averla sbagliata. Vagammo nella penombra di fiochi lampioni, in lontananza si sentiva ululare un branco di randagi. Non c’era un’anima e con un po’ di sinistra nebbiolina pareva la tipica ambientazione di un film horror. Provammo a fermare un altro taxi che vedendoci accelerò.
Chiedere informazioni ad una strega
Dopo parecchio girovagare incontrammo una signora anziana piuttosto trasandata e inquietante, che a quell’ora tarda (saranno state le 2 di notte) era seduta per terra in un pianerottolo. Pareva una strega, ci diede delle indicazioni, le seguimmo poco convinti, ma nemmeno quel portone si apriva con la nostra chiave.
La mia fidanzata a distanza aveva sempre avuto paura dei cani grossi. Una volta era stata aggredita, e lì ce ne sono molti che girano liberi.
Ad un certo punto se ne avvicinò un gruppetto, lei tremava e si aggrappò con ancora più forza a me. Era molto vicina ad una crisi isterica. Tanto per dire qualcosa mi uscì un: questa notte mitica la racconteremo ai nostri figli.
Finalmente incrociammo una coppia di ragazzi. Ci dissero che eravamo già davanti al portone giusto, che era proprio quello dove prima c’era la vecchia ora sparita.
Col senno di poi posso dire che quel week end in Romania fu un disastro; e l’episodio che pareva un incubo sul momento (non trovare l’alloggio), è quello che adesso ricordo più volentieri.
Home insieme di viaggio Viaggiare in Europa Orientale, dietro al muro
Tappa precedente Cosa fare a Lubiana? Scoprire il tuo compagno di viaggio
Tappa successiva Week end a Bucarest; cacciato dal ristorante
I viaggi fatti, racconti di viaggio divisi per continente
Gli aneddoti, divisi per tipologia nei racconti di viaggio
Paesi visitati nei miei racconti di viaggio
Lascia un commento
Devi essere connesso per inviare un commento.