Perdersi nel bosco, non è sempre male
Perdersi nel bosco, è un’esperienza che tutti dovrebbero fare nella vita.
Di perdermi mi è capitato pure nella metropolitana di Kuala Lumpur, quindi figurarsi se non mi capita in Appennino. Nel parco delle foreste Casentinesi sono solito usare le 2 guide cartacee ufficiali del parco coi percorsi migliori. In generale non mi piace usare le app, comunque i sentieri sono ben segnalati e non mi perdo, quasi mai. Quasi, ma a volte è bello perdersi. Il sentiero 00 è il mio preferito. Coincide a lungo con il sentiero Italia e in sostanza percorre il confine di crinale tra Emilia Romagna e Toscana e poi Umbria e Marche.
A fine giugno 2020 avevo deciso di passare 3 giorni intensi di trekking nella zona di Badia Prataglia in provincia di Arezzo, quindi sul versante toscano, dormendo in campeggio. L’idea era per completare la preparazione alla via degli Dei che avrei fatto la settimana seguente. Il primo giorno riuscii a fare un giro corto al mattino e nel pomeriggio ne iniziai un altro che mi pareva particolarmente facile, anche come percorso, tanto che lo affrontai con una certa superficialità.
La fata dei boschi
Capii di aver sbagliato strada, ma decisi di andare avanti fin quando mi trovai in uno spiazzo da cui partivano vari sentieri: ero arrivato nel sentiero 00. Come mio solito lessi tutti i cartelli presenti. Seduta su un masso, la notai con la coda dell’occhio; mi rinfacciò sempre questa cosa perché non è abituata ad essere ignorata.
Più o meno avevo capito dove fossi, ma non come ci ero finito e quale potesse essere la via per tornare all’ auto. Giro sempre con la fotocopia dei singoli sentieri che mi servono, mi avrebbe fatto comodo una visione più d’insieme, e guarda caso la tipa seduta, stava armeggiando con una cartina, già per questo motivo per me era una donna interessante. Non so come ma la maggioranza delle donne nemmeno capiscono la mia passione per le mappe e le cartine; probabilmente in un’altra vita sono stato un pirata che ha cercato un tesoro sepolto a tot metri da un certo albero.
Mi avvicinai, mi tolsi cappello da cow boy e occhiali a specchio e sorridendo ammisi: mi sono perso. Chiedo scusa a tutte le altre ma diventò la donna più bella che ho avuto la fortuna di frequentare. Purtroppo di quanto mi piacesse non se ne convinse mai, nonostante la chiamassi la fata dei boschi. I mesi a seguire dimostrarono che non eravamo compatibili caratterialmente. Ma comunque per questo incontro non posso che ribadire quanto a volte sia una fortuna perdersi nel bosco.
Ci trovavamo a Prato Penna, sulla dorsale dell’appennino, un punto significativo del sentiero 00, a 3 ore da casa mia ma pure da casa sua perché in effetti abitava ad appena 10 minuti da dove vivo io ed era pure lei da sola nel mio stesso campeggio.
Perdersi nel bosco, regole per evitarlo
Il sentiero 00 è facile, sempre dritto, ed è bello anche per questo. Quella volta mi andò benone, e non solo per l’incontro, ma in realtà bisogna fare attenzione. Soprattutto se non si una un’applicazione, dopo un po’ che non si trovano più i segnali bianco e rossi del Cai, la regola è semplice: tornare indietro! La premessa è che vanno lasciati ai super esperti i sentieri non segnalati, io non li faccio quasi mai e cerco sempre di farmi un’idea del tragitto prima di partire; valutandone anche la difficoltà.
ps con quella che divenne la mia fidanzata, mesi dopo facemmo assieme un giro nel sud Italia, alternando campeggi ad hotel, ma lì andò ben diversamente.
Home insieme di viaggi On the road into centre Italy, proposta di matrimonio (Italia e Vaticano)
Tappa precedente Viaggio nel Lazio; la fidanzata bidonara
Tappa successiva Sentiero Italia: niente vampiri sul Monte Cucco
I viaggi fatti, racconti di viaggio divisi per continente
Gli aneddoti, divisi per tipologia nei racconti di viaggio
Paesi visitati nei miei racconti di viaggio
Lascia un commento
Devi essere connesso per inviare un commento.