Il maltempo mi costringe a cambiare programma e mi butto sulle città del Trentino
Nel mio programma c’era già l’idea di visitare le città del Trentino, ma per il maltempo gli dedicai più tempo.
Come accade normalmente in montagna, anche nelle Dolomiti d’estate, piove spesso. A Cortina, come mi capita sempre, beccai 3 notti in campeggio sotto il diluvio. Trascorsi un pomeriggio nell’auto parcheggiata a fianco della mia tendina per non stare mille ore steso.
Dovetti cambiare i miei programmi che prevedevano anche un’altra notte in un rifugio da raggiungere a piedi in Val Gardena, diedi così più spazio alle città: Belluno, Bolzano e Trento. Mi sono piaciute molto, soprattutto le ultime 2; oltre a girare per vie, piazze e chiese, a Trento visitai anche il museo delle scienze (Muse).
Purtroppo le ricordo soprattutto per 2 fatti poco culturali. Uno fu piacevole a Bolzano (favoloso negozio di una nota marca di biscotti), l’altro spiacevole: vengo derubato in viaggio.
Furto della bici nuovissima
I pregiudizi ci portano ad associare la delinquenza e in questo caso i furti alle regioni del sud. Nel mio caso, già da piccolo l’avevo dovuta associare al Trentino-Alto Adige. Ricordo il dramma che vissi da bimbetto di ritorno da un trekking: trovammo un finestrino dell’auto sfondato. La mia disperazione era perché ci rubarono la lattina di una nota bibita. Devo dire che non è stata la prima volta che sono stato derubato in viaggio, ma non è mai piacevole.
Avevo approfittato del bonus bici, e pagato comunque 200 euro per una fantastica bici pieghevole da tenere in auto per ogni evenienza.
Dopo un bel giro, andai in hotel per doccia e poi tornare nel centro di Trento per la cena e un bicchiere di uno dei miei vini preferiti, il Traminer. Avevo voglia di un po’ di movimento dopo le serate nelle carine ma più spente cittadine di montagna. Mi stimavo molto della mia nuovissima bici usata pochissimo e per la prima volta di sera. La incatenai ad una rastrelliera nella piazza principale, proprio davanti alla cattedrale.
I vari ristoranti erano pieni, mi fermai in una pizzeria da asporto con tavolini all’aperto situata dietro alla cattedrale. Mi bevvi un bicchiere nella stessa piazza e decisi di rientrare.
Avevano troncato la catena e la mia bellissima bici non c’era più. Ero stato sempre lì attorno e per appena un’oretta.
Unica consolazione, nuovo acquisto
Non mi consolò il tipo in fila dai carabinieri, a lui ne avevano rubata nel giardino una di 2000 euro che usava come unico mezzo di locomozione.
Per farmi passare il nervoso, appena arrivai a casa ne cercai una simile usata su internet e andai immediatamente a Bologna. Il mio venditore disse che ero matto perché avevo speso in benzina e autostrada quanto valeva la bici. Era il classico chiodo scaccia chiodo per non pensare alla perdita.
Difficoltà con gli alloggi nelle città del Trentino
In quel viaggio ebbi delle difficoltà con gli alloggi nelle città del Trentino ma anche a Belluno.
Per i prezzi altissimi a Bolzano trovai di decente solo una camera in ostello (forse il migliore dove sia mai stato), dove conobbi dei tedeschi che avevano fatto il Brennero in bici.
Nel complesso Bolzano è la città del Trentino Alto Adige (per essere precisi) che mi piace maggiormente.
A Belluno dovetti cambiare sistemazione perché, avvisato per tempo, dove avevo prenotato dovevano chiudere per dei lavori urgenti di restauro.
Mentre a Trento quelli dove avevo prenotato, 2 giorni prima mi scrissero che erano dispiaciuti ma si erano sbagliati e non avevano più posto. In questi casi purtroppo mi viene da pensare male e soprattutto in Italia mi sento discriminato in quanto viaggiatore singolo. Secondo me avevano avuto una richiesta più consistente della mia. Io capisco le ragioni del salvadanaio, ma se accetti una prenotazione quella deve essere legge, anche perché poi rischi di mettere nei guai l’ospite mancato.
Trovai una seconda sistemazione, ma dopo alcune ore, resomi conto delle pessime previsioni meteo e dovendo variare l’itinerario, chiesi di poterci stare due notti; no, non avevano posto! Così dovetti disdire e trovare un altro posto, un po’ fuori mano e da cui andai in centro con la bici che poi mi rubarono.
Il disastro del Vajont
Capitolo a parte merita la deviazione che ho fatto per andare nella zona del lago di Vajont, luogo della grande tragedia avvenuta nel 1963.
Non so se condizionato da ciò che avevo letto e visto al riguardo, ma mi ha toccato molto passeggiare per quei luoghi. Avevo una sensazione strana, e dal paese sottostante alla diga (Longarone) fa impressione vedersela ed è facile immaginare l’ondata saltare la diga e distruggere tutto come fece allora.
Quella notte maledetta morirono 1910 persone; per chi voglia approfondire l’argomento consiglio il film ma ancora di più il monologo teatrale di Marco Paolini .
Tappa precedente Dolomiti d’estate, l’alpinista svizzera
I viaggi fatti, racconti di viaggio divisi per continente
Gli aneddoti, divisi per tipologia nei racconti di viaggio
Paesi visitati nei miei racconti di viaggio
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