Nizwa
Giunse l’ ora del capodanno alternativo che festeggiai nel deserto in Oman.
Dall’aeroporto di Muscat presi l’auto a noleggio prenotata a suo tempo; buon prezzo con l’aggiunta che il carburante costa esattamente la metà che in Italia.
Per tanto sono stato titubante sul noleggiare auto da solo, e tutt’ora se possibile preferisco i mezzi pubblici. Ma in effetti per certi paesi è la soluzione migliore e con google maps (in questo caso off line), è facile. L’Oman si gira benissimo, le strade sono ottime, poco traffico (escludendo Muscat) e con paesaggi meravigliosi: montagne aspre, deserto di roccia o sabbia; oceano.
Prima di arrivare nel deserto in Oman, mi fermai a Nizwa nel pomeriggio di venerdì. Il proprietario del gigantesco appartamento nemmeno lo incontrai perché era fuori per il week end. Mi lasciò le chiavi sulla porta, e pagai al negoziante di telefoni (è pieno, quanto le gioiellerie e sono gli unici ad aprire al mattino prestissimo) sotto casa. Mi trovavo appena fuori il suq che girai in poco tempo, Peccato ci siano troppe auto tra i piedi, ma il forte è restaurato benissimo; è una città che potrebbe essere valorizzata meglio, ma interessante,
Avrei avuto voglia di una cena comoda e una fumata di shisha , ma i ristoranti di fatto sono solo kebabbari con tavolini di plastica all’aperto e il fumo ad acqua non è così popolare come in altri paesi arabi. Rientrai presto e andai avanti con la lettura delle avventure di Lawrence d’Arabia.
Bahla Fort
Il giorno dopo prima di entrare nel deserto andai anche ad esplorare il Bahla Fort; tenuto benissimo ma spoglio. Per la prima volta incrociai un gruppo di Italiani di un viaggio organizzato. Adocchiai la potenziale donna della mia vita, scambio di sorrisi e basta, loro entravano ed io uscivo.
Fuori dal forte feci uno spuntino con kebab e succo di cocomero; nel tavolino accanto al mio c’era una coppia di giovani slovacchi e ci confrontammo su quello che stavamo vedendo, sono l’unico che conosco ad aver abbinato i 2 paesi in così pochi giorni.
Sharqiya Sands, il deserto in Oman
Arrivai alla parte del viaggio a cui tenevo maggiormente, la visita del deserto in Oman.
Se per gli Emirati avevo studiato con un po’ di approssimazione, per l’Oman no, e in particolare la scelta del campo tendato nel deserto era stata ponderata e col senno di poi vincente. Ce ne sono molti, alcuni con addirittura un centinaio di tende, ma a me interessava godermi il paesaggio; il sabbione; più silenzio possibile e il cielo stellato: questo era il progetto per il mio Capodanno alternativo 2023.
Il deserto in Oman per la precisione sarebbero tanti, il particolare quello chiamato ” Il quarto vuoto” è condiviso con l’Arabia Saudita, è immenso, e per attraversalo ci vuole più organizzazione e tempo di quello che avevo.
Certo non mi sarebbe dispiaciuto condividere dell’intimità nella tenda del deserto, e feci un pensierino all’Austriaca chiacchierona anche lei in solitaria con cui assieme ad una coppia di Russi e il boss, raggiungemmo il campo che è ad una mezz’oretta dal punto di incontro. Il tragitto si può fare solo con la 4 per 4 (io avevo noleggiato un’auto normale) e subito si vedono cammelli che gironzolano in libertà.
C’era la possibilità di fare un giro con i cammelli addomesticati, o con la jeep sulle dune, ma dopo le foto di rito, puntai alla fantastica duna che sovrastava le nostre tende.
Fuoco acceso sotto al cielo stellato del deserto
Il tramonto fu ovviamente splendido; battezzai l’austriaca come fin troppo chiacchierona poiché pur tenendomi a cena un posto vicino a lei, in realtà attaccò bottone con tutti. Quindi, non era interessata e nel post cena stellato, davanti al fuoco acceso in mia compagnia si alternò con i 2 russi e un driver Omanita: tutte chiacchiere interessanti.
Dialogo assurdo per chiudere il capodanno alternativo
Nella tenda principale un gruppo di Portoghesi si era unito ad un gruppo di Polacchi e non so chi avesse rimediato più bottiglie, tant’è che i canti si sprecarono, dopo mezzanotte forse in Portolacco. Prima di andare dormire, passai a salutare l’austriaca che mi presentò i suoi nuovi amici polacchi
Lui è Italiano!
Che bello, noi vogliamo morire Italiani; per adesso abbiamo una seconda casa ad Anghiari, ma non abbiamo tempo per imparare la lingua.
Andarono a chiamare il figlio che doveva avere una decina d’anni ed era parecchio imbarazzato: lui diventerà italiano, parlaci.
Dopo un po’ potei chiudere il mio compleanno alternativo, finalmente buona notte e buon anno.
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