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Avevo grosse aspettative sul visitare la Scozia che si avverarono, sia per i luoghi che per le esperienze. Ma anche per Liverpool.

Oh my God! Sto parlando in inglese!
Come detto all’epoca il biglietto dell’ Interrail era diverso. Ogni tanto cambiano regole e sistemi, ma credo possa essere comunque interessante anche adesso. Nel primo tratto più lungo sino ad Edimburgo mi ritrovai in uno scompartimento con una biologa scozzese e un medico sudanese. Quindi una madrelingua e uno che parlava bene l’Inglese mentre io mi sentivo inadeguato.
Lo avevo studiato al Liceo piuttosto male. La mia fortuna fu il venire puntualmente rimandato. Se non altro con le insegnanti private mi misi in testa abbastanza bene la grammatica.
Ma per sapere le lingue bisogna parlarle, conta niente imparare a memoria qualcosa di letteratura. A mio vantaggio sono sempre stato uno che si butta. Così quasi senza rendermi conto mi trovai a parlare del traffico internazionale delle armi con due che mi capivano pure, incredibile!
Evidentemente, non ero così scarso e comunque l’ho migliorato molto col tempo trovandomi per lungo tempo all’estero da solo.

Festa nella balera, il massimo del mio visitare la Scozia
Non posso certo dire che non mi fosse piaciuta Edimburgo, ma dopo Londra era difficile essere all’altezza; un’altra cosa che ho imparato è che nei viaggi è sempre meglio cercare di pianificare l’itinerario in crescendo.
Glasgow è poco considerata, nemmeno comparabile ad Edimburgo come bellezza, ma io ho il ricordo di una delle serate più divertenti della mia vita.
Come detto in precedenza all’epoca era molto facile fare amicizia in ostello, tutto nacque da un tizio che iniziò a chiedere a quelli che incontrava se volevano andare ad una festa. Inizialmente pareva l’inizio di una barzelletta perché eravamo tipo un italiano, un tedesco e un francese; poi si aggregarono altri e alla fine eravamo un gruppetto di 6-7 tutti sconosciuti e di nazionalità diverse.
La festa era su un barcone ormeggiato nel fiume. Occupammo un tavolo e ordinammo delle birre, subito divertiti dall’atmosfera estremamente allegra, la sala era piena di gente del posto e i maschi tutti in kilt. Ben presto iniziarono le danze ed era uno spasso vederli saltellare in balli tutti rigorosamente di gruppo. Noi ovviamente ci stavamo limitando ad osservare, quando qualcuno ci trascinò in pista. Era facile divertirsi, bastava seguire gli altri, bellissimo!
Il giorno dopo in autobus ricordo che provai un ingenuo orgoglio da patriota. Un tale stava leggendo un giornale locale e in prima pagina c’era un titolone su Paolo di Canio, calciatore italiano che militava in una delle squadre di lì e che aveva disputato una super partita il giorno prima.

Visitare la Scozia trascurando il mostro
Andai a Inverness dove c’era la possibilità di fare una gita per il vicino lago di Lochness. Avevo il biglietto già pagato quando rinunciai, mi pareva stupido perdere tempo per andare a vedere un mostro che non c’era. Adesso ci andrei, vedo le cose con più disincanto, e accetto anche le sciocchezze o le robe ruba soldi per turisti con più serenità; tra l’altro ho poi saputo che al di là del mostro, è una zona molto bella. Magari eviterei di andarci col torpedone a prezzo maggiorato e noleggerei un’auto, che poi sarebbe il modo migliore per girare in zone come quelle dove è la natura ed il paesaggio a fare da padrone. Ci tornerò!
Qualcosa che invece mi è rimasta identica è la passione per raggiungere i punti geograficamente significativi, anche se volendo usare solo i mezzi pubblici ero un po’ limitato. Un mio compagno di classe mi aveva raccontato di un epico viaggio con un suo amico, e un’auto carica di salami e scatolette di tonno; da Cesenatico diretti al Mare del Nord per vedere le foche sulla spiaggia. Non vidi le foche, ma per molti anni il davvero poco igienico bagno della stazione di Thurso è stato a lungo il posto più a nord dove ho fatto la cacca.
Telefonando dalla cabina di Penny Lane
Chiamavo a casa, dalle cabine telefoniche, ogni 4/5 giorni con telefonate a carico del destinatario. Dopo che arrivò la salatissima bolletta, seppur con molto tatto, mi dissero che per la volta successiva sarebbe bastato molto meno, giusto avvisare che ero arrivato e che stavo tornando.
Da Liverpool feci una delle telefonate più mitiche della mia vita. Mi rispose un mio fratello a cui cercai di trasmettere il mio entusiasmo per essere proprio a Penny Lane, la strada con l’omonimo titolo della canzone dei Beatles. Un motivo per essere entusiasti sarebbe anche la constatazione che avessero scritto una delle canzoni, secondo me, più belle della storia, prendendo spunto da una strada assolutamente anonima
Liverpool è una bella città, ma ero interessato soprattutto a quanto concerneva i Beatles. Andai davanti al Cavern, il locale dove esordirono ma che era chiuso. Ma soprattutto nel museo, dove mi commossi nell’ultima sala dove hanno ricostruito l’ambiente del video di Imagine (con la canzone in sottofondo): una stanza tutta bianca col pianoforte bianco.
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